venerdì 9 maggio 2008

Aprile dolce dormire, maggio selvaggio

Ok, è ufficiale, sono triste, nervosa, incazzosa...Vi consiglio caldamente di non provocarmi!
Sono triste perchè è bastata una canzone per riaccendere in me tanti ricordi.
Una canzone che mi ha rimandato ai primi anni di università, e poi più indietro agli ultimi anni del liceo. Quanti errori ho fatto in quegli anni. Le amicizie mi sembravano eterne, adesso invece sono sola. Non ho più contatti con le persone che hanno camminato al mio fianco per anni, un po' per mia scelta, un po' per i casi della vita che ci hanno divisi. Delle amicizie del liceo mi è rimasto solo Pietro, il mio "piccolo" pasticcere adorabile. Ci sentiamo poco, ci vediamo ancor meno, ma lui è sempre lì, sempre pronto a donarmi un sorriso o una pacca sulla spalla.
Degli amici dell'università solo Federica, che non vedo dal giorno in cui sono partita da Padova e con cui ormai ho solo un rapporto telefonico.
Ho ripensato alle feste, alle serate alcoliche, alle lunghe chiacchierate fatte con persone che se rivedessi per strada neanche riconoscerei. Alle lunghe ore di studio, alle lacrime versate per la bocciatura, all'incontro con Maurizio che vedevo come il mio salvatore ed a cui ho permesso di cambiarmi, di farmi diventare quella che lui voleva e che io non ero, quella che non sarò mai.
Maurizio che l'altro giorno per telefono mi ha insultata dandomi, tra le altre cose, della ladra. Semplicemente perchè quando sono andata via di casa le "nostre" cose sono diventate "sue" e quindi me ne sono appropriata senza il suo permesso.
Alla tristezza si mescola la rabbia e il nervosismo.
Mia madre mi ha buttata fuori di casa. Le sue parole sono state "Se non sai dove andare vai da tuo padre".... Mi chiedo se lo pensi davvero, se creda che io possa trasferirmi da lui, e non è detto che mio padre mio voglia, soprattutto. Non lo farò mai. Spero lo sappia.
Quindi devo trovare una soluzione diversa. Intanto la settimana prossima vado da Sandro, la mia piccola isola felice in questa vita di merda. Continuerò a cercare lavoro, come ho sempre fatto. Ho paura di non trovare nulla, come è sempre successo, ma preferisco non pensarci adesso. sto cercando di rintracciare la mia vecchia datrice di lavoro, per vedere se ha qualcosa da propormi a Padova, dopo anni di università, una laurea, un master andrò a lavorare in un call center...Questa è l'Italia di oggi. Lo vivo come un fallimento, ma non posso fare diversamente. Aprire il negozio qui? Prima ci pensavo, ma adesso lo escludo. Non è un mio desiderio, benchè sia disposta a fare qualsiasi cosa, quindi ci sarebbe sempre l'influenza di mia madre che mi "consiglia" su come gestirlo. Non voglio. Uno dei motivi per cui voglio andar via da qui è che sono stanca di essere la figlia di, la sorella di...io sono Ivana! Ho già mangiato pane e cipolla, lo posso rifare e non mi spaventa.
Notizie positive? Leggetevi un po' di gossip che qui non ne troverete.